L’adolescenza secondo l’opinione comune è un periodo burrascoso anche a causa dei cambiamenti biologici e ormonali che la caratterizzano.
Di certo questa età è un particolare momento di transizione, che presenta, accanto a continuità con le fasi precedenti, anche forti discontinuità con il passato.
Sono spesso gli elementi di discontinuità con le età precedenti, che non riguardano solo la maturazione fisiologica e sessuale ma anche il modo di ragionare e di rapportarsi con gli adulti e coetanei, a dare l’impressione che gli adolescenti vivano una generalizzata condizione di disagio e pericolo.
In questo periodo di cambiamento e ricerca di sé, non sempre i familiari e gli amici sono visti come fonte di aiuto o supporto. Questi ultimi possono essere avvertiti o come non comprensivi o come avversari, responsabili della propria condizione di disagio.
In questa età si possono incontrare momenti di difficoltà che possono dare come come esito disagio o malesseri e possono esprimersi ad esempio con il ritiro sociale, problemi alimentari, condotte anti-sociali o spingersi fino comportamenti di autolesionismo e abuso di sostanze.
Il lavoro con l’adolescente si pone come spazio di espressione di sé, spazio di confronto e di sostegno.
Nel rispetto della privacy, per poter avviare un lavoro efficace è fondamentale il coinvolgimento dei genitori, nella fase iniziale di consultazione e nei colloqui periodici nel corso della terapia.